Pirì d’la Palmina


La storia di un personaggio che molti alfonsinesi  e soprattutto la società Ciclistica Alfonsine ricordano con piacere ” per la sua passione per la bici “. Si chiamava Pietro, è vero, ma il suo nome era stato tradotto in dialetto e per tutti, non solo per gli abitanti del cortile del Borghetto, il figlio della Palmina – uno dei due maschi, l’altra era una femmina – era conosciuto come Pirì.
Spiccavano, sul volto, due occhi neri, leggermente strabici e un sorriso  quasi ironico; parlava mangiandosi le parole, a voce generalmente alta – dava l’impressione di essere sempre arrabbiato – ed anche nell’andatura procedeva a scatti. Dire che era un po’ strano è un eufemismo, ma era assolutamente incapace di fare del male a chicchessia, sempre pronto a dare una mano e a
cercare di rendersi utile: le biciclette erano il suo forte e quando bisognava provvedere a una foratura o a registrare qualche ingranaggio ecco che si faceva avanti e si prestava a rendere funzionante il prezioso mezzo di locomozione. Allora non era difficile trovarlo nel cortile, davanti ad una bicicletta
appoggiata per terra con le ruote in alto, armeggiare con le mani nella catena, svitare mozzi, togliere copertoni e camere d’aria, smontare pezzi: e mentre faceva ciò, sudava e bofonchiava, si tergeva il sudore dalla fronte con il braccio nudo e, non di rado, lasciava un lungo baffo di morchia sulla fronte stessa o da qualche altra parte. La morchia, d’altra parte, non era un problema; e se capitava di dover interrompere il lavoro per entrare in casa a mangiare, tranquillamente si metteva a tavola anche senza lavarsi le mani, rispondendo, a chi gli faceva notare che era meglio pulirsi un po’, che la morchia non ha mai ammazzato nessuno, anzi che disinfettava. Succedeva, a volte, che durante l’esecuzione dei suoi lavori gli venisse a mancare o dovesse sostituire qualche pezzo: nonostante che ad Alfonsine ci fossero negozi di ferramenta anche ben forniti, Pirì inforcava la bicicletta – la sua bicicletta! – e si recava a Ravenna, dove sapeva lui, per cercare quello che gli mancava.

Non era difficile, allora, incontrarlo lungo la via Reale mentre, sudando, pigiava sui pedali perpercorrere i non pochi chilometri di strada, a volte con un copertone o una camera d’aria incrociati sulla schiena, come si vede nelle vecchie fotografie dei corridori dei primi giri d’Italia: e questo con qualsiasi tempo, d’inverno o d’estate. Aveva, per la sua bicicletta, una cura maniacale: interveniva con un pennello e con nafta per prevenire macchie di ruggine sui raggi e sui cerchi, oliava con cura i mozzi e tutti i cuscinetti a sfera, la teneva sempre tirata a lucido e perfettamente funzionante.

Ai primi di maggio, un avvenimento scuoteva per un po’ il torpore della vita paesana: il passaggio della “Mille Miglia”. Partendo da Brescia e percorrendo l’Adriatica da Ferrara in giù, le automobili transitavano per forza da Alfonsine: quelle con minore cilindrata – le prime a prendere il via – transitavano nel cuore della notte e solo verso il mattino transitavano le macchine più potenti,  quelle,  per intenderci, di Nuvolari, di Biondetti, di Taruffi, di Fangio. Pirì si autoproclamava tutore dell’ordine pubblico e per tutta la notte, all’incrocio di via Mazzini con la Reale, gridava a uno di stare indietro, ad un altro di non attraversare: a tutti di stare ben ai margini della strada, quando percepiva da lontano il rumore di una macchina che stava sopraggiungendo. Memorabile fu quella volta che passò Nuvolari e, proprio all’incrocio, sollevò un braccio per un saluto agli spettatori. Pirì, come al solito di “servizio”, cominciò a urlare di gioia che quella appena passata era la macchina di Nuvolari, il quale aveva perfino fatto un cenno di saluto: più che agli spettatori, a lui, a Pirì.
E questo l’aveva riempito di una gioia immensa: una gioia perfetta.

Da “Il Borghetto… e altre storie” di Giovanni Ballardini

IL  BORGHETTO DI  ALFONSINE
raccontato  da Giovanni  Ballardini. Un libro da non perdere per chi vuole conoscere  vicende e tradizioni del passato. In libreria  a  16 euro.

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